Capillariosi polmonare
- Disciplina: Parassitologia
- Specie: Cane e Gatto
La capillariosi polmonare causata da Capillaria aerophila (sin. Eucoleus aerophilus) è una malattia parassitaria tipica dei carnivori selvatici (ad es. mustelidi e volpi). Tuttavia, C. aerophila, nematode appartenente alla famiglia Trichuridae è in grado di infestare anche il cane il gatto e, sporadicamente, può avere un carattere zoonosico. I nematodi adulti vivono a livello della mucosa di trachea, bronchi, bronchioli e, a raramente, nei seni nasali e frontali dell’ospite parassitato.
Si tratta di una malattia spesso sottostimata, e ritenuta di scarso potere patogeno, anche se il parassita può rappresentare un pericolo per i nostri animali.
IL PARASSITA
I parassiti adulti sono di colore biancastro, piccoli e hanno sessi separati; i maschi misurano 24 µm di lunghezza mentre le femmine, un po' più grandi, possono superare i 32 µm. Dopo l’accoppiamento, le femmine depongono uova non embrionate (Fig. 1), che risalgono con l’espettorato la trachea e raggiungono il faringe dove vengono deglutite. Successivamente, le uova transitano indenni il tratto gastroenterico e vengono eliminate con le feci. Nell’ambiente esterno le uova maturano, in circa 20-45 giorni, formando al proprio interno una larva infestante (Fig. 2) che può parassitare gli ospiti vertebrati recettivi. Nel ciclo di C. aerophila possono intervenire anche ospiti paratenici facoltativi, rappresentati da lombrichi terricoli che ingeriscono le uova presenti nell’ambiente e, all’interno dei quali, si forma la larva infestante. Il ciclo continua quando ospiti recettivi vertebrati si infestano ingerendo le uova embrionate o gli ospiti paratenici. Una volta ingerite le uova schiudono e le larve attraversano la mucosa gastroenterica e giungono al parenchima polmonare tramite la via linfo-ematica. In sede polmonare, il parassita raggiunge la maturità sessuale dopo circa 1-2 mesi dall’infestazione.
L’infestazione da C. aerophila nel cane e nel gatto è considerata occasionale, in quanto più frequente in animali selvatici come volpi e mustelidi. Sebbene il parassita presenti una distribuzione cosmopolita, fino al decennio scorso, le poche segnalazioni di C. aerophila in Italia erano limitate al ritrovamento del parassita in carnivori selvatici, studi più recenti hanno dimostrato una più ampia circolazione del parassita anche nella fauna domestica con tassi di infestazione di ~3% e ~5-6%, rispettivamente in popolazioni di cani e gatti del centro Italia.
La possibilità che un gatto o un cane contraggano l’infestazione da C. aerophila dipende non solo dall’esistenza degli ospiti paratenici ma anche dalla presenza delle uova nell’ambiente esterno. Pertanto, la diffusione del parassita nelle diverse aree geografiche è garantita non solo dall’ubiquità dei lombrichi ma anche dal ciclo diretto del parassita e dalla resistenza delle uova nell’ambiente. Un fattore da considerare per l’aumento della diffusione della capillariosi è l’antropizzazione della volpe con conseguente avvicinamento e incremento numerico delle popolazioni volpine in zone peri-urbane o addirittura urbane. Infatti, in questi casi, alla luce dell’aumentata dispersione delle uova nell’ambiente, gli animali domestici sono maggiormente esposti all’infezione da C. aerophila.
RUOLO PATOGENO E SINTOMATOLOGIA
Come detto in precedenza gli adulti di C. aerophila vivono strettamente adesi alla mucosa di trachea e bronchi, causando danni meccanici a carico dell’epitelio. Le lesioni esitano in un processo flogistico cronico che può estendersi alle strutture periferiche. Le lesioni stimolano un processo infiammatorio dei tessuti respiratori con conseguente rinite, tracheite e/o bronchite ad andamento, nella maggior parte dei casi, cronico. La presentazione clinica è variabile. Nelle forme gravi, il paziente può presentare grave insufficienza respiratoria con esito letale. Più comunemente la sintomatologia, non sempre evidente, varia da minimi sintomi respiratori (e.g. murmure vescicolare rinforzato) fino ad un quadro rilevante con scolo nasale catarrale e tosse secca. Durante la notte, la tosse è sibilante e profonda. L’animale malato, presenta bronchite cronica con aumento dei murmuri broncovescicolari, sibili e starnuti; talvolta sulle lesioni causate dal parassita posso insorgere delle infezioni batteriche secondarie che causano tosse umida e produttiva. Di conseguenza il muco riduce il lume della trachea e dei bronchi e compaiono aree enfisematose. Nelle infestazioni massive possono formarsi ascessi nel parenchima polmonare e si osservano respirazione a bocca aperta e grave dispnea. L’animale, soprattutto se giovane, può andare incontro a morte per broncopolmonite o insufficienza respiratoria.
Uno studio recente condotto in Italia sulla diffusione e l’impatto clinico della capillariosi polmonare negli animali d’affezione ha dimostrato che il quadro più frequente è rappresentato da una generale difficoltà respiratoria con tosse secca o produttiva nel 70-80% degli animali parassitati. Inoltre, possono essere presenti dispnea e sibili respiratori e, soprattutto nei gatti, scolo nasale e starnuti.
Seppur occasionalmente, C. aerophila può colpire l’uomo causando febbre, bronchite, tosse con espettorato catarrale, emottisi e dispnea. Relativamente al potenziale zoonotico del parassita, di particolare interesse risulta un caso descritto in Serbia, dove l’infestazione da C. aerophila in una donna era stata confusa con un carcinoma bronchiale. La paziente presentava una tosse produttiva con espettorato purulento e, alla TAC, ombre broncopolmonari, lesioni nodulari del parenchima, parzialmente confluenti e a carattere infiltrante. Tuttavia, il ritrovamento di uova di C. aerophila nelle biopsie polmonari ha chiarito che tali lesioni simil-tumorali non erano altro che ascessi causati dalla presenza di parassiti morti nei bronchi, a testimonianza della sfida diagnostica che un’infestazione da C. aerophila può porre in medicina umana.
DIAGNOSI
L’infestazione da C. aerophila non può essere diagnosticata clinicamente perché i sintomi sono fortemente aspecifici. In generale segni clinici come affaticamento, accompagnato da tosse, starnuti, scolo nasale mucopurulento, dispnea, respirazione a bocca aperta, dovrebbero indurre il medico veterinario ad includere nella diagnosi differenziale anche la capillariosi polmonare, pur tuttavia considerando che si tratta di un quadro simile a quello di molte altre patologie. Ad esempio, nel gatto, la capillariosi polmonare deve essere differenziata da parassitosi causate da Troglostrongylus brevior o Aelurostrongylus abstrusus, da infezioni batteriche o virali, neoplasie, allergie, micosi, o polipi naso-faringei. Nel cane invece, sintomi simili a quelli causati da C. aerophila sono presenti nelle parassitosi da Dirofilaria immitis, Angiostrongylus vasorum, Crenosoma vulpis e Filaroides spp., e in corso di molte altre affezioni come, ad esempio, malattie infettive, polipi nasofaringei, bronchiti allergiche, corpi estranei, tumori.
La diagnosi diretta di capillariosi si basa sulla ricerca delle uova nelle feci, concentrate mediante esame coprologico per flottazione e sedimentazione con una soluzione soprassatura.
Le uova di C. aerophila, opercolate e dalla caratteristica forma di limone (Figura 1), sono lunghe ~60-70 µm e larghe ~25-40 µm, presentando però, a differenza di altre specie, asimmetria assiale dei poli, inoltre, la parete appare densamente striata e con fitte anastomosi. Le uova di C. aerophila vanno distinte da quelle di Trichiuris vulpis, agente di parassitosi intestinale nel cane, che a differenza di quelle di C. aerophila hanno i tappi polari simmetrici con un ispessimento simile ad un anello alla base, inoltre queste hanno dimensioni maggiori (70-80 µm di lunghezza x 30-50 µm di larghezza), possiedono parete liscia. Inoltre, T. vulpis non infesta il gatto, il quale a sua volta, può essere parassitato da altre specie di Trichuris, tuttavia non presenti in Europa. Le uova di Capillaria boehmi sono più piccole (50-60 µm di lunghezza x 30-35 µm di larghezza) di quelle di C. aerophila e presentano minuscole fessure sulla superficie esterna.
TRATTAMENTO
Le informazioni disponibili per il trattamento della capillariosi polmonare nel cane sono scarse e relative a singoli casi clinici e non esistono prodotti registrati. Di contro, sono disponibili dati aggiornati per quanto riguarda il gatto.
L’unica associazione autorizzata è la formulazione spot-on contenente moxidectina 1%/imidacloprid 10% in singola somministrazione presenta elevata efficacia (~99,8%) nel trattamento dell’infestazione nel gatto, ed è in grado anche di assicurare la guarigione clinica degli animali infestati.
Letture consigliate
- Di Cesare A, Veronesi F, Capelli G, Deuster K, Schaper R, Basano FS, Nazzari R, Paoletti B, Traversa D. Evaluation of the Efficacy and Safety of an Imidacloprid 10 % / Moxidectin 1 % Spot-on Formulation (Advocate®, Advantage® Multi) in Cats Naturally Infected with Capillaria aerophila. Parasitol Res. 2017 Aug;116(Suppl 1):55-64. doi: 10.1007/s00436-017-5491-1.
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