Dermatite da Poxvirus nel gatto
- Specie: Gatto
Nel gatto, l’infezione da virus della famiglia Poxviridae, genere Orthopoxvirus, è rara e generalmente limitata ai soggetti che vivono in contesti rurali o che hanno temporaneamente accesso ad ambienti frequentati da animali selvatici reservoir naturali dell’infezione. Casi relativamente frequenti sono riportati in Europa (in Italia soprattutto in Nord-Ovest) e Regno Unito e sono solitamente dovuti ad infezioni da cowpox virus. In Nord America e in Asia questi casi sono estremamente rari. In Canada è stato riportato un caso di infezione da parte del virus del procione (raccoonpox).
L’infezione può presentarsi in qualunque periodo dell’anno anche se l’autunno è la stagione più a rischio in quanto la popolazione degli ospiti naturali è più numerosa. La via di trasmissione del virus è generalmente la via percutanea e meno frequentemente la via oronasale. Il virus replica inizialmente nel punto di inoculazione causando una lesione primaria dalla quale, per via linfatica, si distribuirà a tutto l’organismo inducendo lesioni secondarie.
Questa malattia è una zoonosi. I gatti infetti sono potenzialmente contagiosi per altri gatti/cani e per l’uomo. Per evitare il rischio di contagio, i gatti con sintomi sospetti dovrebbero essere tenuti isolati e maneggiati sempre con guanti; quando possibile gli ambienti dovrebbero essere puliti con soluzioni di ipoclorito di sodio al 5%.
MANIFESTAZIONI CLINICHE
I gatti si infettano principalmente attraverso ferite indotte da roditori selvatici in cui il virus replica causando una lesione primaria. Questa è generalmente singola, localizzata alla testa, al collo o agli arti anteriori e si presenta come una macula eritematosa che evolve rapidamente in papula-placca-nodulo con ulcerazione e formazione di croste. Il riscontro di questa prima lesione è molte volte occasionale e spesso trascurato. Dopo 1-3 settimane compaiono le lesioni secondarie, rappresentate da macule eritematose, papule e noduli (anche oltre 1 cm di diametro), con distribuzione variabile, che facilmente si ulcerano e presentano croste emorragiche. Nella maggioranza dei casi le lesioni progressivamente si asciugano e risolvono spontaneamente in 3-8 settimane, anche se permangono aree cicatriziali alopeciche.
Gli animali colpiti possono presentare anche vescicole e/o ulcere in cavità orale così come prurito generalizzato. Presentazioni atipiche dell’infezione includono: lesioni ulcerative limitate alle labbra e al cavo orale o stomatiti ulcerative non associate a lesioni cutanee ed edema e necrosi cutanei generalizzati oppure localizzati agli arti con possibile perdita delle dita.
I gatti infetti possono presentare lievi sintomi delle alte vie respiratorie, congiuntivite, anoressia, depressione e febbre moderata ma spesso l’infezione evolve quasi in forma asintomatica. Gravi sintomi sistemici, soprattutto a carico dell’apparato respiratorio (polmonite virale), associati anche ad esito letale, possono svilupparsi in quei soggetti con concomitanti malattie che compromettono il sistema immunitario, come l’infezione da Virus dell’immunodeficienza felina (FIV, feline immunodeficiency virus), o che sviluppano infezioni batteriche secondarie o che ricevono trattamenti inappropriati con glucocorticoidi.
DIAGNOSI DIFFERENZIALE
Le principali diagnosi differenziali includono altre malattie virali, quali l’infezione da virus erpetico, da Calicivirus e da FIV, infezioni batteriche o fungine profonde, micobatteriosi atipiche, nocardiosi, malattie associate al complesso del granuloma eosinofilico e neoplasie.
DIAGNOSI
Sulla base del sospetto diagnostico dato dall’anamnesi e dal quadro clinico del paziente, la diagnosi può essere raggiunta attraverso l’esame istologico delle lesioni cutanee e/o l’esecuzione di test collaterali, quali la reazione a catena della polimerasi (PCR, polymerase chain reaction) e l’immunoistochimica (IIC). La sierologia positiva per poxvirus può essere di aiuto nel rafforzare il sospetto diagnostico ma non è sufficiente a confermare l’eziologia virale delle lesioni.
Quando si ha un sospetto di dermatite da poxvirus è sempre bene contattare il proprio laboratorio di riferimento per concordare le modalità di raccolta e di invio dei campioni. In linea generale è consigliabile includere nei prelievi i margini delle lesioni ulcerative più recenti e le lesioni crostose asciutte.
La diagnosi istologica può essere raggiunta solo tramite l’identificazione dei corpi inclusi eosinofilici nel citoplasma dei cheratinociti (corpi inclusi di tipo A). Queste strutture sono molto grandi e facilmente riconoscibili. La loro natura virale può essere confermata da indagini di IIC, di PCR o di microscopia elettronica. Quest’ultima tecnica può essere eseguita sui campioni cutanei in paraffina e permette di visualizzare entrambi gli elementi che caratterizzano la replicazione di cowpox virus, ovvero i virioni maturi all’interno dei corpi inclusi e le particelle immature libere nel citoplasma.
L’esame citologico dei campioni ottenuti dalle lesioni ulcerativo-crostose per apposizione diretta o tramite raschiato può portare all’identificazione dei corpi inclusi da parte di un citologo esperto ma non elimina la necessità di eseguire un esame istologico per confermare la diagnosi. L’isolamento virale dalle biopsie cutanee è possibile ma necessita di un laboratorio specializzato e comporta maggiori tempi diagnostici.
TERAPIA
Non esiste una terapia specifica, la somministrazione di antibiotici ad ampio spettro è indicata per evitare l’insorgenza di infezioni batteriche secondarie. Trattamenti con L-lisina, interferone-alfa e imiquimod possono essere utilizzati allo stesso modo che nelle infezioni erpetiche. A causa dell’elevata contagiosità di questi gatti, estrema attenzione deve essere fatta se si trattano localmente le lesioni.
Supporto nutrizionale e fluidoterapia intravenosa devono essere forniti ai pazienti che sviluppano estese lesioni ulcerative del cavo orale. L’uso di glucocorticoidi è controindicato. La prognosi è generalmente buona nei casi con lievi-moderati sintomi sistemici ma può essere altamente infausta nei soggetti che sviluppano polmonite o edema e necrosi generalizzati.
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