Malattia delle zampe rosse degli anfibi
- Disciplina: Medicina (ANIMALI ESOTICI)
- Specie: Anfibi
Anche nota come Red Leg Disease la Malattia delle Zampe Rosse è una forma setticemica che colpisce gli anfibi, soprattutto in condizioni di cattività. Questa patologia potrebbe avere un’eziologia plurifattoriale ma l’agente batterico ritenuto principale responsabile è Aeromonas hydrophila.
La trasmissione avviene grazie alla permanenza degli animali in acque contaminate o attraverso l’introduzione nell’acquario o terracquario di soggetti malati o portatori. La presenza del patogeno, soprattutto se la carica batterica è piuttosto bassa, passa spesso inosservata per l’assenza di sintomi ma fattori predisponenti quali sovraffollamento, stress, temperature elevate, denutrizione e impianto di depurazione delle acque difettoso o soggetto a scarsa manutenzione possono determinare l’insorgenza della patologia in forma clinica.
L’infezione è in grado di causare setticemia e nel decorso acuto si osserva morte improvvisa degli animali colpiti. Nelle forme a decorso prolungato si osservano dapprima sintomi generici quali inappetenza, dimagrimento (Fig. 1) ed apatia e successivamente la comparsa di una colorazione rossastra della cute soprattutto nella regione addominale (Fig. 2) e nella porzione distale degli arti (Fig. 3) dovuta ad edemi ed emorragie diffuse. Successivamente tale colorazione potrà estendersi a tutto il corpo dell’animale con successivo decesso. Questo fenomeno è più evidente per ovvi motivi negli animali albini rispetto a quelli con cute pigmentata (Figg. 4 e 5).
Nelle forme croniche il decorso della patologia può protrarsi anche per alcuni mesi ed edemi ed emorragie possono essere rinvenuti anche a livello della cavità orale accompagnate da ulcerazioni della cute più o meno profonde. All’esame anatomopatologico vengono riscontrate emorragie sottocutanee, muscolari e gastroesofagee mentre il liquido contenuto nei sacchi linfatici si presenterà emorragico.
La diagnosi si basa sui sintomi clinici, piuttosto patognomonici e sull’esame colturale (Fig. 6) seguito da antibiogramma, per i quali si consiglia il prelievo in sterilità dai sacchi linfatici.
Gli animali con sintomi conclamati devono essere immediatamente isolati ed è necessario procedere al cambio dell’acqua ed alla disinfezione del contenitore o dell’acquario. Successivamente, ove possibile, è necessario abbassare gradualmente la temperatura dell’acqua nella quale vengono allevati gli animali (18-19°C) in modo da inibire la replicazione del patogeno.
La prognosi per gli animali con sintomi manifesti è quasi sempre infausta.
Per la terapia posso essere utilizzati agenti chemioterapici ad azione antibatterica come riportato in Tabella 1. Per quel che riguarda la somministrazione orale è meglio avvalersi di un sondino gastrico.
Principio attivo |
Posologia |
Via di somministrazione |
Tetracicline |
167 mg/Kg PV per 7 giorni |
Per os |
Cloramfenicolo |
20 mg/litro |
Bagni (cambiare l’acqua ogni giorno) |
Cloramfenicolo |
30 mg/Kg PV q12h per 7 giorni |
Per os |
Ossitetraciclina |
50 mg/Kg PV q12-24h |
Per os |
Ossitetraciclina |
25 mg/Kg PV q24h |
Sottocute o intramuscolo |
Colistina |
50 mg/100 ml di acqua |
Immergere 1-2 volte al giorno per alcuni minuti |
Tabella 1. Antibatterici utilizzati per la terapia (Da: Prontuario terapeutico SCIVAC, 5° edizione, 2009 e da: Gabrisch e Zwart, Utet, 2001).