Pediculosi
- Disciplina: Dermatologia
- Specie: Cane e Gatto
L’infestazione da pidocchi, definita pediculosi, è poco comune nel cane e nel gatto e interessa soprattutto animali debilitati, malnutriti e in scarse condizioni igieniche.
MORFOLOGIA E CICLO BIOLOGICO DEL PARASSITA
I pidocchi sono insetti privi di ali (ordine Phthiraptera = pidocchio senza ali), parassiti obbligati e caratterizzati da spiccata specie-specificità. I pidocchi che infestano il cane e il gatto appartengono a due sottordini: Anopluri, pidocchi pungitori, e Ischnocera, pidocchi masticatori (precedentemente indicati come Mallofagi). I primi hanno un apparato buccale preposto a succhiare il sangue, mentre i secondi a mordere e masticare, e pertanto non sono ematofagi ma si nutrono di detriti epidermici e peli.
Il ciclo biologico si svolge interamente sull’ospite (parassitismo permanente) su cui la femmina di pidocchio deposita le uova opercolate (lendini) che, per mezzo di sostanze cementanti, aderiscono saldamente al fusto del pelo. Dall’uovo fuoriesce una ninfa di dimensioni ridotte ma simile all’adulto (metamorfosi incompleta), che subisce tre mute prima di trasformarsi in pidocchio adulto. L’intero ciclo si compie in genere in 2-3 settimane e durante la sua vita, che dura circa un mese, la femmina arriva a deporre fino a 200-300 uova.
La trasmissione avviene quasi esclusivamente tramite contatto diretto in quanto i pidocchi abbandonano l’ospite solo per trasferirsi su di un altro animale e non sono quindi in grado di sopravvivere a lungo nell’ambiente esterno. Nelle aree a clima temperato sono descritte fluttuazioni stagionali con aumento delle infestazioni nel periodo invernale probabilmente favorite dalle caratteristiche del mantello dell’ospite. I pidocchi presentano un corpo appiattito dorso-ventralmente e diviso in testa, torace e addome con tre paia di arti e un paio di antenne.
Pidocchi del cane
Trichodectes canis
È un pidocchio pungitore (sottordine Ischnocera) di 1-2 mm con testa di forma rettangolare, più larga del torace, due antenne costituite da tre segmenti e con un apparato buccale ben sviluppato che permette al parassita di agganciarsi saldamente al fusto del pelo. Il corpo è ricoperto di setole e presenta tre paia di arti molto corti, che terminano con un singolo artiglio (Fig.1). Trichodectes canis è possibile ospite intermedio di Dipylidium caninum.
Linognathus setosus
E’ un pidocchio succhiatore (sottordine Anopluri) di grandi dimensioni con apparato buccale atto a succhiare il sangue (ematofogo) che può raggiungere i 2 mm di lunghezza dopo un pasto di sangue. La testa è allungata, conica, più stretta del torace e presenta antenne costituite da cinque segmenti. Gli arti sono corti e sottili e terminano con un singolo e robusto artiglio (Fig. 2). Stadi immaturi di Dipetalonema reconditum sono stati rinvenuti in Linognathus setosus nonostante questa specie non sia nota come vettore del nematode.
Pidocchi del gatto
Felicola subrostrata
È un pidocchio pungitore (sottordine Ischnocera) di 1-2 mm con testa di forma pentagonale più larga del torace, terminante a punta con solco longitudinale che funge da alloggio del pelo. Le antenne sono costituite da tre segmenti. L’apparato buccale è ben sviluppato e consente al parassita di restare agganciato al pelo. Gli arti sono corti e terminano con un singolo artiglio (Fig. 3). Felicola subrostrata è l’unico pidocchio che infesta il gatto.
SEGNI CLINICI
I pidocchi si distribuiscono su tutto il corpo ma tendono a localizzarsi prevalentemente su testa, collo e regione dorso-lombare. Le lesioni cliniche riscontrabili sull’animale variano in funzione del numero di parassiti e dell’intensità del prurito che è estremamente variabile (da assente a moderato). Alcuni animali sono asintomatici ed i pidocchi si possono osservare in movimento sui fusti piliferi (sottordine Ischnocera) o sulla cute del cane (sottordine Anopluri) (Figg. 4, 5 e 6); spesso si evidenziano solo le uova (lendini) adese ai fusti piliferi che, ad un’osservazione macroscopica a distanza, possono essere confuse con scaglie, ma facilmente distinguibili con un esame ravvicinato grazie alla loro silhouette ovalare ed il colore biancastro (Figg. 7, 8 e 9). Altri soggetti infestati possono presentare lesioni primarie (papule, scaglie) o secondarie aspecifiche da autotraumatismo (alopecia, escoriazioni, croste) (Fig. 10). Nel gatto è possibile osservare quadri di alopecia simmetrica autoindotta e di dermatite miliare. Nel cane le gravi infestazioni da Linognathus setosus, soprattutto nei cuccioli, possono essere responsabili di gravi anemie.
DIAGNOSI
I pidocchi e le loro uova possono essere facilmente osservabili mediante esame visivo diretto o con lente di ingrandimento. L’esame microscopico del pelo o l’esame con nastro adesivo trasparente permettono la loro identificazione al microscopio ottico. Un’altra metodica diagnostica è lo spazzolamento del mantello che consente di raccogliere sul tavolo da visita i parassiti e le loro uova (Fig. 11).
Nei casi in cui non si rinvengono parassiti adulti ma solo lendini, queste devono essere differenziate dalle uova di Cheyletiella spp., acaro che, come i pidocchi, depone le uova sul fusto pilifero. Le uova di pidocchio sono molto più grandi di quelle di Cheyletiella e presentano un opercolo sulla parte dorsale; inoltre, le lendini di pidocchio, sono saldamente cementate al pelo per almeno i 2/3 della loro lunghezza, mentre quelle di Cheyletiella sono attaccate al pelo da sottili fibrille intrecciate (Fig.12).
DIAGNOSI DIFFERENZIALE
- Altre ectoparassitosi
- Malattie allergiche
- Difetti della corneificazione
TERAPIA
I pidocchi sono sensibili alla maggior parte degli insetticidi presenti in commercio. Attualmente le molecole registrate in Italia per il trattamento della pediculosi canina da Trichodectes canis includono la permetrina (shampoo, spot-on o spray), il fipronil (spot-on e spray), la selamectina (spot-on), l’associazione imidacloprid - moxidectina (spot-on) e l’associazione metaflumizone – amitraz (spot-on) mentre, per la pediculosi felina, il fipronil (spot-on e spray) e la selamectina (spot-on). Per tutte le molecole è raccomandata una singola somministrazione ma, data la resistenza delle uova alla maggior parte degli insetticidi, è consigliabile ripetere il trattamento a distanza di 14 giorni per i pidocchi eventualmente emersi dalle lendini in tempi successivi al primo trattamento.
Altre molecole risultate efficaci ma non registrate nel cane e nel gatto sono l’ivermectina (0,2 mg/Kg SC in unica somministrazione) e l’imidacloprid, quest’ultimo sia per le infestazioni da Trichodectes canis che da Linognathus setosus. Il trattamento va sempre esteso a tutti gli animali della stessa specie in contatto con quelli infestati.
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