Piante ornamentali natalizie: rischi e sicurezza per i pet nell’ambiente domestico

  • Specie: Cane e Gatto

Seppur accompagnato da basse temperature, il periodo a cavallo delle festività invernali è tra i più ricchi in termini di disponibilità florovivaistica ornamentale. Non solo piante provenienti da climi temperati ma anche d’origine tropicale, molto apprezzate e ben adattabili alle miti temperature indoor. Allo stesso tempo però nelle case degli italiani vivono 10,2 milioni di gatti, 8,8 milioni di cani 12.9 milioni di uccelli e 3,2 milioni tra piccoli mammiferi e rettili (rapporto Assalco Zoomark 2024). La condivisione degli spazi porta così a un potenziale aumento nel rischio di contatto tra pet e specie vegetali, singole o in composizioni ornamentali, potenzialmente tossiche. Un’eventualità da porre in relazione anche con le peculiarità del mercato florovivaistico che durante il periodo natalizio che è caratterizzato sia dai grandi classici di stagione sia dall’offerta di nuove specie e/o varietà per la clientela.

Repetita iuvant: i grandi classici del Natale
La regina delle specie vegetali ornamentali di questo periodo è senza dubbio Euphorbia pulcherrima, meglio nota con il nome comune di stella di Natale (Fig. 1). Questa specie tropicale è originaria di un areale di distribuzione compreso tra Messico e Guatemala. Divenuta a uso ornamentale dapprima negli USA nei primi decenni del 1800 era in realtà coltivata nei luoghi d’origine persino da Maya e Aztechi che la chiamavano cuetlaxochitl e la utilizzavano nel corso di cerimonie e nella farmaceutica tradizionale. Questa è la specie stagionale indoor per la quale si ha una maggior conoscenza di informazioni riguardanti la tossicità; il cui lattice contenuto nelle foglie, nel fusto e nelle brattee è ricco di diterpeni capaci di indurre stomatiti, scialorrea, gastroenteriti, dermatiti e congiuntiviti. Il genere Ilex, da tempo oggetto di studio in ambito farmacologico comprende l’agrifoglio Ilex aquifolium, una specie originaria dell’Europa occidentale che causa di intossicazione in cane, gatto e cavallo. Sono tossiche sia le bacche, contenenti composti ad azione emetica e lassativa sia le foglie all’interno delle quali si ritrovano ilexantina, ilicina, saponine e tannini. Si osserva sintomatologia a carico dell’apparato gastroenterico e depressione, il trattamento è sintomatico. Anche le specie del genere Anthurium (famiglia Araceae), spesso caratterizzate dal tipico rosso acceso, sono piante la cui tossicità è ormai ben nota ed è causata dall’ossalato di calcio. Fa seguito una sintomatologia che può comparire a carico dell’apparato digerente, della cute, delle mucose fino a giungere a danni renali e del tratto urinario.

1 Euphorbia Stella di Natale Arb

Figura 1

Arbusti: non solo l’agrifoglio
Tra le piante più peculiari la cui colorazione rossa ben si sposa con il periodo delle feste si ricordi la Nandina domestica (Fig. 2) un arbusto rustico appartenente alla famiglia delle Berberidaceae originario dell’Asia ben adattabile in ampi vasi e in giardino. Le bacche di colore rosso lucido contengono glicosidi cianogenetici tossici per mammiferi, uomo incluso, e per gli uccelli. Altra specie il cui nome riconduce subito alla stagione è la rosa di Natale o elleboro, ranuncolacea appartenente al genere Helleborus, la più nota delle quali è Helleborus niger. Trattasi di una pianta perenne coltivabile anche in giardino e dalla tipica fioritura invernale. All’interno dei tessuti si riconoscono bufadienolidi, glicosidi, veratrina e protoanemonina. La condivisione della famiglia (ranuncolacee) rende simile la potenzialità tossica della pianta a quella del ranuncolo.

2 nandina open access

Figura 2
Nandina domestica
Wikimedia, CC BY-SA 4.0. Krzysztof Golik

Vi è poi la pianta conosciuta con il nome comune di ciliegia di Gerusalemme (Fig. 3) Solanum pseudocapsicum, dalle caratteristiche infruttescenze rosse e di facile coltivazione contenente però la solanina. Questa causa una sintomatologia gastroenterica, depressione, ipertermia fino ad alterazione respiratoria, tachicardia e shock. Anche le camelie del gruppo sansaqua (camelie di Natale) sono piante spesso disponibili nel periodo natalizio; questi arbusti sempreverdi da vaso o giardino possono raggiungere grandi dimensioni ma dalla bibliografia a oggi disponibile non risulta tossicità connessa a tali piante.

3 Ciliegie di Gerusaleme Arb

Figura 3

Epifitismo: una strategia di successo
Il vischio (Fig. 4) è un vegetale epifita emiparassita ossia si accresce sulle altre piante penetrando nel sistema canalicolare delle stesse. Trattasi di una specie estremamente peculiare tanto che la raccolta in Italia è regolamentata attraverso specifiche normative regionali. Le due specie che si accompagnano tradizionalmente al periodo natalizio sono il vischio europeo Viscus album e quello nordamericano Phoradendron serotinum. La tossicità consegue all’ingestione è dovuta alla presenza di viscotossine e lectine con seguenti effetti citotossici e ipotensivi. La sintomatologia gastroenterica include nausea, vomito, diarrea, dolore addominale. Sono segnalati anche sintomi generalizzati quali atassia, ipertermia, abbattimento del sensorio, rash cutanei, convulsioni nonché danni epatici cronici. Le lectine, i polisaccaridi e gli alcaloidi contenuti nelle bacche rappresentano i composti maggiormente attivi. Le prime causano l’inibizione della proteolisi, danneggiano le membrane cellulari e causano emoagglutinazione. Le viscotossine agiscono invece sulla sintesi del DNA, modificano la permeabilità delle membrane cellulari e si dimostrano epatotossiche. Allo stesso tempo si ricordi anche che alcuni principi attivi presenti nel vischio sono da tempo anche oggetto di ricerca medica in campo oncologico umano e veterinario in quanto le viscotossine e le lectine hanno dimostrato azione antiproliferativa nei confronti di cellule neoplastiche. L’edera Hedera Helix), che spesso adorna con diverse varietà ornamentali le composizioni floreali stagionali, è inclusa nella famiglia Araliaceae. Contiene nei propri tessuti saponine triterpeniche (es. ederaginina), poliacetileni e acido ossalico. Le saponine interferiscono con i lipidi delle membrane cellulari; a seguito dell’assorbimento si possono manifestare emolisi e danno epatico seppur non a seguito di forma acuta. L’ampia offerta natalizia delle epifite include anche specie meno note, sebbene apprezzate, come il “cactus di Natale” (o zigocactus) Schlumbergera truncata, cactacea senza spine, epifita sudamericana dalle caratteristiche fioriture dal rosa al rosso. Sulla tossicità post-ingestione di parti della pianta vi sono opinioni discordanti ma più fonti veterinarie segnalano una blanda sintomatologia che include: letargia, anoressia, diarrea e scialorrea. Nel gatto è inoltre segnalata anche l’atassia.

5 Kalanchoe Arb

Figura 4

Altre “piante grasse”
Rimanendo tra le cosiddette “piante grasse”, quelle del genere Kalanchoe (fam. Crassulaceae) come K. blossfeldiana possiedono caratteristiche infiorescenze con cromie anche rosse (Fig. 5). Sono originarie dei territori tropicali e possono essere coltivate indoor nel corso dell’inverno. I tessuti contengono bufadienolidi cardiotossici (glicosidi cardiaci). Questi inibiscono l’ATPasi sodio-potassio dei miociti. Le manifestazioni cliniche acute includono ipersalivazione, depressione, poliuria, diarrea, vomito, abbattimento del sensorio e inappetenza. Le alterazioni a carico dell’apparato circolatorio e respiratorio possono comparire entro 1-2 giorni. Tra quelle cardiache si annoverano blocco AV e bradicardia; possono inoltre presentarsi debolezza, paresi del collo atassia e paralisi. La casistica veterinaria e i trattamenti sono più comunemente descritti in buiatria. In relazione alla tempistica e alle manifestazioni è possibile ricorrere all’induzione dell’emesi, alla somministrazione di carbone attivo. In riferimento alla sintomatologia/alterazione cardiaca si possono somministrate l’atropina o un beta bloccante. Il trattamento terapeutico è in genere efficace nei bovini entro un giorno dall’ingestione.

5 Kalanchoe Arb

Figura 5

Ricomparse stagionali
Tra le specie e le varietà più apprezzate per la facilità di gestione domestica e la resistenza pluriennale vi sono alcune bulbose di facile reperibilità prima e durante la stagione natalizia. Si ricordino i ciclamini con le specie del genere Cyclamen (Fig. 6) e i ben più vistosi Amaryllis e Hippeastrum (Fig. 7), spesso tra loro confusi. Diverse porzioni delle Amaryllidaceae sono tossiche, con una maggior concentrazione di componenti attive nel bulbo. Galantamine, licorine, tazetine (alcaloidi) e gli ossalati di calcio all’interno dei rafidi, rappresentano i principali composti d’interesse medico. Pur non essendo noto il preciso meccanismo d’azione, a seguito dell’ingestione di bulbi o foglie si possono manifestare infiammazione orale, diarrea, dolore addominale, ematemesi, conseguente disidratazione e atassia. Sono inoltre descritti sintomi neurologici, tremori e convulsioni. Vi sono inoltre ulteriori specie botaniche tipiche della stagione, appartenenti alla medesima famiglia delle Amaryllidaceae e coltivabili all’aperto. Tra queste il bucaneve Galanthus nivalis caratterizzato da molecole attive simili a quelli delle altre specie della famiglia. Le galantamine agiscono come inibitori reversibili dell’acetilcolinesterasi; le litorine inibiscono anch’esse le colinesterasi, la sintesi proteica e inducono apoptosi.

6 Ciclamini Arbuatti

Figura 6

7 Arbuatti

Figura 7

Principio di prevenzione esteso
Al fine di venire incontro alle specifiche necessità etologiche delle specie, anche a piccoli mammiferi e uccelli è spesso consentita una maggior possibilità di movimento nell’ ambiente domestico. Come per cani e gatti, spazi dedicati e un’attenta sorveglianza devono essere sempre presenti. Non si dimentichi che anche per i pet non convenzionali la bocca rappresenta lo strumento principale per valutare, percepire nonché coadiuvare diverse attività etologiche connesse anche con l’arricchimento ambientale. Tali attività potrebbero dunque includere anche un potenziale interesse rivolto verso le piante ornamentali. È perciò opportuno mettere in atto tutte quelle azioni volte a diminuire il rischio di contatto tra il pet e quelle piante potenzialmente pericolose. Peculiarità fisiologiche delle singole specie, differenti classi d’età, condizioni parafisiologiche e patologiche sono inoltre parametri relativi al pet da considerare sempre. In merito alle specie non convenzionali è fondamentale la consulenza preventiva di medici veterinari esperti in questi animali; in relazione ai più moderni dati scientifici si comunicheranno al cliente gli specifici potenziali pericoli per singola specie. Più in generale si ricordi che a seguito del gran numero sia di piante ornamentali sia di specie animali, la bibliografia scientifica a oggi non include una casistica rischio-pericolo tale da connettere ogni specie botanica con una specie animale. Per tale motivo, in assenza di dati bibliografici, è ancor più importante agire seguendo il principio di prevenzione. Tale tematica rappresenta assolutamente una sfida per il medico veterinario, il numero di piante ornamentali domestiche tossiche è infatti ben più ampio con molte specie che sono commercializzate tutto l’anno (es. dieffenbachia, filodendro, Monstera).

Bibliografia

Bertero A, Fossati P, Caloni F. Indoor Companion Animal Poisoning by Plants in Europe. Front Vet Sci. 2020Aug 7;7:487. doi: 10.3389/fvets.2020.00487. PMID: 32851047; PMCID: PMC7427442.

Bertero A, Davanzo F, Rivolta M, Cortinovis C, Vasquez A, Le Mura A, Masuelli A, Caloni F. Plants and zootoxins: Toxico-epidemiological investigation in domestic animals. Toxicon. 2021 Jun;196:25-31. doi: 10.1016/j.toxicon.2021.03.019. Epub 2021 Mar 30. PMID: 33798604.

Caloni F, Cortinovis C, Rivolta M, Alonge S, Davanzo F. Plant poisoning in domestic animals: epidemiological data from an Italian survey (2000-2011). Vet Rec. 2013 Jun 1;172(22):580. doi: 10.1136/vr.101225. Epub 2013 May 28. PMID: 23716536.

Fitzgerald KT. Lily toxicity in the cat. Top Companion Anim Med. 2010 Nov;25(4):213-7. doi: 10.1053/j.tcam.2010.09.006. PMID: 21147474.

Forrester MB. Pediatric Nandina domestica ingestions reported to poison centers. Hum Exp Toxicol. 2018 Apr;37(4):338-342. doi: 10.1177/0960327117705429. Epub 2017 Apr 19. PMID: 28421827.

Frohne, D.; Pfänder, H.J. Poisonous Plants, 2nd ed.; Manson Publishing Ltd.: London, UK, 2005; 469p

Yokosuka A, Inomata M, Yoshizawa Y, Iguchi T, Mimaki Y. Bufadienolides and ecdysteroids from the whole plants of Helleborus niger and their cytotoxicity. J Nat Med. 2021 Mar;75(2):393-402. doi: 10.1007/s11418-021-01481-6. Epub 2021 Jan 27. PMID: 33502658.

Klingemann H (2024) Viscum album (mistletoe) extract for dogs with cancer?  Front. Vet. Sci. 10:1285354.  doi: 10.3389/fvets.2023.1285354

Konnie H. Plumlee, Chapter 25 - Plants, Editor(s): Konnie H. Plumlee, Clinical Veterinary Toxicology, Mosby, 2004, Pages 337-442, ISBN 9780323011259, https://doi.org/10.1016/B0-32-301125-X/50028-5. (https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/B032301125X500285)

Kothiyal, Sudhir K.;  Sati, Satish C.; . Rawat, Mohan S. M;  Sati, Manisha D.; . Semwal, Deepak K;  Semwal, Ruchi B.; Sharma, AmitaRawat, BipinKumar. Ashok Chemical Constituents and Biological Significance of the Genus Ilex (Aquifoliaceae). The Natural Products Journal, Volume 2, Number 3, 2012, pp. 212-224(13)Bentham Science Publishers

Milewski, L.M. and Khan, S.A. (2006), An overview of potentially life-threatening poisonous plants in dogs and cats. Journal of Veterinary Emergency and Critical Care, 16: 25-33. https://doi.org/10.1111/j.1476-4431.2005.00151.x

Nagy, A.-L.; Ardelean, S.; Chapuis, R.J.J.; Bouillon, J.; Pivariu, D.; Dreanca, A.I.; Caloni, F. Emerging Plant Intoxications in Domestic Animals: A European Perspective. Toxins 2023, 15, 442. https://doi.org/10.3390/toxins15070442

Olsnes S, Stirpe F, Sandvig K, Pihl A. Isolation and characterization of viscumin, a toxic lectin from Viscum album L. (mistletoe). J Biol Chem. 1982 Nov 25;257(22):13263-70. PMID: 7142144.

Peterson, M.E.; Talcott, P.A. Small Animal Toxicology; Saunders Elsevier: St. Louis, MO, USA, 2006; 1190p.

Severino L. Toxic plants and companion animals. - In: Perspectives in agriculture, veterinary science, nutrition and natural resources - ISSN 1749-8848. - ELETTRONICO. - 4:008(2009), pp. 1-6. 10.1079/PAVSNNR20094008

Siroka, Z. Toxicity of House Plants to Pet Animals. Toxins 2023, 15, 346. https://doi.org/10.3390/toxins15050346

https://www.isvma.org/wp-content/uploads/2016/10/ToxicPlants.pdf

https://ag.umass.edu/greenhouse-floriculture/fact-sheets/aztecs-ambassador-poinsett-poinsettia

https://forest.jrc.ec.europa.eu/media/atlas/Ilex_aquifolium.pdf

https://www.mdpi.org/ecsoc/ecsoc-8/BOCNP/007/index.htm

https://sfyl.ifas.ufl.edu/media/sfylifasufledu/st-johns/horticulture/pdf/Hort-14--Houseplants,-Pets,-and-Poison.pdf

SCIVAC

Novità editoriali

Eventi

Sponsorizzato da Advantix e Seresto
0
Shares

Like what you see?

Hit the buttons below to follow us, you won't regret it...

0
Shares