Tumori prostatici del cane

  • Specie: Cane

I tumori della prostata maligni colpiscono prevalentemente il cane e solo occasionalmente il gatto, che presenta una conformazione anatomica della prostata molto differente rispetto a quella dell’uomo e del cane1-4.

EZIOLOGIA E PATOGENESI
Un’eziologia precisa dei tumori prostatici del cane non è attualmente stata identificata anche se sono stati condotti importanti studi, dato che il cane, dopo l’uomo, è l’unico mammifero a sviluppare neoplasie spontanee di questo organo.5-6 Un recente studio ha riscontrato una polisomia clonale aberrante nel cromosoma 13 di due cani con tumore prostatico, mentre nell’uomo i soggetti che sviluppano cancro alla prostata hanno una trisomia al cromosoma 7, 8 e 17.5 Oltre a questo aspetto di citogenetica che ha evidentemente un basso riscontro nella pratica clinica è doveroso sottolineare che possono sviluppare tumore prostatici cani orchiectomizzati e non, tanto che il ruolo degli androgeni nella patogenesi dei tumori prostatici rimane controverso.7-10

Diversi studi hanno messo in evidenza che i cani orchiectomizzati possono sviluppare cancro alla prostata e che in tale predisposizione gioca la componente genetica e di razza.10 Sempre nello studio di Brayn et al 2007 si evidenzia come gli stessi fattori fossero osservati in cani castrati che sviluppano carcinomi delle cellule di transizione della vescica, facendo supporre che alcuni tumori uroteliali delle cellule di transizione e duttali originino da tumori della prostata nel cane.10

I tumori prostatici sono prevalentemente di origine epiteliale, anche se occasionalmente sono riportati tumori di origine mesenchimale11. Più precisamente i tumori prostatici epiteliali originano dall’epitelio duttale dove le cellule sono spesso prive dei recettori androgeni, a conferma del basso ruolo nella patogenesi degli ormoni sessuali maschili.9 Non sono stati identificati fattori ambientali predisponenti.

EPIDEMIOLOGIA
L’incidenza nel cane è dello 0,2-0,6% di tutti i tumori, anche se il dato deriva da studi necroscopici. L’età media di insorgenza è di 10 anni.7,12

SEGNI E SINTOMI
I segni e sintomi sono secondari alla crescita della neoplasia in una regione anatomica decisamente molto complessa da un punto di vista anatomico e alla sua evoluzione metastastica locoregionale (ai linfonodi iliaci e prevalentemente ai corpi vertebrali della sesta e la settimana vertebra lombari).

Il segno di più comune riscontro nei cani con tumore alla prostata è la prostatomegalia con aumento asimmetrico dei lobi prostatici, che assumono consistenza dura e solitamente nsono non  mobili e algici. Altri segni sono la presenza di feci nastriformi (compressione del retto sovrastante) oppure la presenza di ematuria/piuria per coinvolgimento dell’uretra sottostante. A causa della sua crescita espansiva può dare invasione del plesso nervoso lombare o invasione del canale vertebrale con conseguente zoppia e deficit neurologici da motoneurone inferiore. Sempre tra i segni è occasionalmente riportata il portamento della coda a trombetta.

Trai i sintomi il dolore è sicuramente il più frequente e si manifesta con irrequitezza, con tenesmo rettale e uretrale (disuria/stranguria), zoppia agli arti posteriori o dolore importante alla palpazione digitale transrettale dell’organo o più semplicemente alla palpazione dorsale della colonna vertebrale nel tratto lombosacrale o ancora alla palpazione  profonda dell’addome caudale.

Tutti i segni e sintomi elencati sono comuni a molte altre malattie; il dolore si presenta frequentemente associato ai tumori della prostata ma non è sufficiente per emettere una diagnosi di definitiva.

ESAMI DIAGNOSTICI
La palpazione transrettale consente, quando è possibile eseguirla con paziente vigile, di determinare una prostatomegalia e di percepirne forma  e algia e grossolanamente gli organi eventualmente interessati.

Tra gli esami strumentali il radiogramma diretto dell’addome caudale può consentire di evidenziare prostatomegalia e eventuale linfoadenomegalia nonché alterazione del profilo ventrale dell’osso corticale dei corpi vertebrali dei segmenti lombari di L6 e L7.

L’esame ecografico addominale consente una migliore visualizzazione della prostata, la continuità della capsula prosatica stessa e l’eventuale interessamento dell’uretra. Di recente è stato proposto con successo l’uso del mezzo di contrasto ecografico per una migliore visualizzazione del comparto vascolare che, in uno studio eseguito su un campione limitato di soggetti, ha consentito di differenziare tra lesione benigna e maligna, poi confermate con esame istologico.13,14 Sempre grazie all’ecografia addominale è possibile visualizzare i linfonodi iliaci, ispezionare lo spazio retroperitoneale e ispezionare nella medesima seduta l’intero addome nell’intento di evidenziare eventuali risentimenti sui reni (idronefrosi/idroureteri per coinvolgimento del trigono vescicale) e visualizzare  foci metastatici (fegato e altri linfonodi prevalentemente).

In un recente studio il radiogramma diretto dell’addome caudale è stato comparato con l’esame ecografico per il riscontro di mineralizzazione della prostata. Lo studio conclude che soggetti castrati con mineralizzaione della prostata hanno una probabilità più alta di avere un tumore prostatico, mentre i soggetti interi in assenza della mineralizzaione della prostata hanno meno probabilità di avere  tumori prostatici.15

L’esame tomografico a raggi X (TCX) con mezzo di contrasto e la risonanza magnetica possono rappresentare due indagini diagnostiche di estrema importanza per la visualizzazione della prostata e dei sui rapporti di contiguità/continuità con i visceri e la base scheletrica. La TCX consente inoltre nella medesima seduta di ispezionare l’intero addome e il torace per escludere la presenza di metastasi.

La diagnosi definitiva di tumore prostatico viene emessa su campione citologico  e/o istologico. Il campionamento citologico/istologico può essere effettuato per via ecoguidata, TC-guidata oppure mediante approcio chirurgico celiotomico. Seppure l’approccio percutaneo mediante guida ecografica e/o TCX sia meno aggressivo e indaginoso rispetto a quello celiotomico, è stata segnalata mediante campionamento citologico formazione di tragitti neoplastici con conseguente diffusione di cellule tumorali in addome.16

DIAGNOSI DIFFERENZIALE
Le diagnosi differenziali più probabili in presenza di prostatomegalia possono essere:

  • iperplasia prostatica benigna
  • cisti paraprostatiche
  • prostatite
  • ascesso prostatico
  • neoplasie prostastiche secondarie (rare: es., linfoma)17,18

TRATTAMENTO
Il trattamento dei tumori prostatici dipende unicamente dalla stadiazione clinica. La chirurgia è indicata per una neoplasia prostatica in assenza di  estensione alla capsula, con o senza invasione dei linfonodi regionali. E’ necessario ricordare che la chirurgia prostatica può esitare in complicanze postoperatorie quali l’incontinenza urinaria19-21  La chemioterapia è sempre da associare  alla chirurgia nel setting postoperatorio.

La chirurgia è invece palliativa con tumori prostatici con invasione della capsula e presenza di metastasi alle vertebre e a distanza. In questi casi è da suggerire l’inclusione in un protocollo di radioterapia preferibilmente con acceleratore nucleare e chemioterapia per via sistemica. Sono state inoltre proposte la radioterapia intraoperatoria e la terapia fotodinamica.

Per il controllo del dolore, in attesa dell’inclusione in protocolli terapeutici chirurgici e non, si consiglia di somministrare antinfiammatori non steroidei (anti COX-2) che possono essere mantenuti in associazione ai prodotti chemioterapici e a quelli radioterapici.

Una copertura antibiotica è sempre consigliata.

PROGNOSI
I tumori prostatici sono associati sempre a prognosi infausta per l’elevata invasività locale e l’altà probabilità di dare secondarismi ai linfonodi regionali e alle vertebre lombari e ovviamente al comparto toracico11.

PREVENZIONE
La prevenzione migliore che si possa attuare consiste in un riscontro precoce della prostatomegalia e in un approccio diagnostico citologico/istologico che escluda la presenza di una neoplasia soprattutto in presenza di grave algia.

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